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      Noi siamo abituati a vedere, in ogni lotta, offese e difese, e perciò la nostra mente non riesce ad afferrare prontamente la visione di una lotta tutta offese, senza difesa.
      Eppure tale - e non diversa - deve essere la guerra aerea perché l'arma aerea presenta caratteristiche così eminentemente offensive da risultare assolutamente inadatta alla difesa. Il fatto è questo: coll'arma aerea si può facilmente offendere, ma non ci si può difendere.
     
     
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      Prendiamo il caso più favorevole, ossia consideriamo una nazione che disponga di una A. A. più forte in mezzi da combattimento dell'avversaria.
      Può questa A. A. difendere la nazione dalle offese aeree dell'A. A. avversaria?
      Due modi si presentano a chi vuol difendersi: o andare alla ricerca dell'avversario, o attenderlo, per batterlo. Può una A. A. andare alla ricerca di quella avversaria? Certo che può; ma, pure andandone alla ricerca, può non trovarla, oppure trovandola, può non raggiungerla e quindi non avere l'occasione di batterla, specie se l'A. A. nemica ha interesse di evitare la battaglia.
      Ora tutte le volte che una A. A. si pone alla ricerca dell'avversaria e non giunge a batterla, avviene che punta nel vuoto, si esaurisce inutilmente, non produce danni al nemico, mentre l'A. A. avversaria, che è riuscita a non lasciarsi battere, può produrle danni indiretti.
      Quindi questo primo metodo di difesa è assolutamente illusorio e non fa che il giuoco nemico.
      Si potrà dire che nulla vieta all'A. A. che va alla ricerca dell'avversaria, coi suoi mezzi da bombardamento, di apportare danni al nemico.


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Il dominio dell'aria
di Giulio Douhet
De Alberti
1927 pagine 207