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      Quindi niente difesa aerea e niente difesa contraerea: la superficie si difende dall'aria, come le coste si difendono dal mare, conquistandone il dominio.
      Nessuno pensa più a disseminare lungo la costa i mezzi navali e cannoni per difendere la costa dai bombardamenti: le stesse maggiori città marittime sono lasciate aperte, e la loro difesa, indiretta, è lasciata alla flotta.
      Quindi tutte le risorse disponibili per agire nell'aria e per difendersi dall'aria debbono essere impiegate per costituire l'A. A. più forte che sia possibile, e questa deve agire unicamente in modo offensivo intensivamente e violentissimamente,
      Io prego caldamente i miei lettori di fermare la loro mente su questa affermazione, che è di carattere fondamentale e non ammette deviazioni, né sottintesi, né reticenze, perché essa deve costituire la base della formazione della nostra potenza aerea e del suo impiego.
     
     
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      Per giungere a questa conclusione, mi è bastato considerare la guerra aerea nei suoi caratteri generali, ossia in dipendenza delle caratteristiche essenziali dei mezzi aerei (grande raggio di azione, grande velocità di traslazione, capacità di combattere nell'aria, capacità di offesa contro la superficie), senza entrare in alcuna considerazione tecnica o particolare.
      Perciò tale conclusione è anch'essa di carattere generale ed indipendente dai particolari tecnici, che possono comunque variare le caratteristiche essenziali dei mezzi aerei disponibili, variazioni che d'altra parte, per il perfezionarsi dei mezzi tecnici, non potranno che maggiormente rafforzare la conclusione generale.


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Il dominio dell'aria
di Giulio Douhet
De Alberti
1927 pagine 207