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      La tecnica attuale permette di realizzare l'apparecchio da battaglia rispondente in un certo grado alle condizioni enunciate e, certamente, il progresso della tecnica, indirizzato su questa via, permetterà di rendere l'apparecchio da battaglia sempre più efficiente.
     
     
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      Siamo così venuti di deduzione in deduzione a definire tutte le caratteristiche alle quali deve soddisfare l'apparecchio da battaglia, unico tipo che deve costituire la massa operante dell'Armata Aerea, unico organismo necessario e sufficiente dello svolgimento della guerra aerea.
      L'Armata Aerea, tuttavia, ha bisogno di raccogliere informazioni sul nemico e di operare al sicuro da ogni sorpresa. Perciò occorre provvederla di mezzi da ricognizione.
      Qui bisogna che ci fermiamo un momento a chiarire che cosa significa ricognizione, perché sulla significazione di questa espressione si equivoca facilmente. La ricognizione è una operazione di guerra che si eseguisce per il nostro vantaggio e quindi contro l'interesse dell'avversario. È perciò un'operazione che l'avversario ha interesse di contrastare, opponendovi una reazione. Per compiere una ricognizione occorre, di conseguenza, mettersi in grado di vincere o di sfuggire la reazione nemica. Ciò è vero sia sulla terra, sia sul mare, sia nell'aria. La cavalleria, ad esempio, può riconoscere l'avversario sia impiegando masse di cavalleria capaci di spezzare la copertura nemica per scorgere ciò che vi è oltre, oppure mediante piccole pattuglie di cavalieri ben montati, le quali, valendosi della loro capacità di sfuggire il combattimento, cerchino di infiltrarsi attraverso la copertura nemica, di vedere e di sfuggire per riferire.


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Il dominio dell'aria
di Giulio Douhet
De Alberti
1927 pagine 207

   





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