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      Nell'aria è lo stesso: o si vuol fare una ricognizione in forza, ed allora bisogna, anzitutto, disporre della forza per vincere la possibile resistenza avversaria, ed in questo caso è l'A. A. od una parte di essa che deve entrare in giuoco; o si vuol fare una ricognizione cercando di sfuggire l'eventuale opposizione avversaria, ed allora occorrono elementi aerei presentanti caratteristiche opportune e completamente diverse da quelle che debbono presentare gli elementi da combattimento: occorrono cioè elementi che chiameremo da ricognizione, sottintendendo: escludendo il combattimento.
      Per infiltrarsi attraverso l'ordinanza nemica e per sfuggire il combattimento, occorre possedere una velocità superiore a quella dell'avversario che può opporsi alla ricognizione, ed, insieme, una grande facilità di manovra (maneggevolezza); per riconoscere a vantaggio di una A. A. operante, è necessario possedere un raggio di azione superiore a quello dell'A. A. e la capacità di poterle riuscire utile durante tutto il tempo nel quale l'A. A. può operare; per riconoscere occorre vedere, comprendere e riferire, occorre perciò che l'apparecchio da ricognizione possa trasportare almeno due occhi, un cervello ed i mezzi adatti a comunicare coll'A. A.
      Le caratteristiche dell'apparecchio da ricognizione debbono quindi essere le seguenti:
     
      a) Velocità: la massima possibile compatibile collo stato della tecnica aeronautica;
      b) Raggio d'azione: quello che risulta da un tempo di volo almeno uguale al tempo di volo dell'A. A. Se questa ha, ad esempio, la capacità di 6 ore di volo, la stessa capacità di ore di volo almeno devono avere gli apparecchi da ricognizione;


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Il dominio dell'aria
di Giulio Douhet
De Alberti
1927 pagine 207

   





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