Pagina (189/207)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Se sulla terra, data l'enorme sproporzione di forze necessaria all'offensiva per spezzare le resistenze opposte da una difensiva bene sistemata, è giustificabile il concetto dello scudo e della lancia, tale criterio non trova alcuna giustificazione nel campo dell'aria, dove le armi che vi si impiegano non posseggono alcuna attitudine difensiva, mentre presentano, al massimo grado, i più spiccati caratteri offensivi. Pur troppo nell'atmosfera non si possono scavare trincee, né distendere reticolati, né impedire infiltrazioni e, pur troppo, le nostre essenziali industrie aeronautiche sono tutte alla portata delle offese aeree dei nostri eventuali più terribili nemici. Non dico quale sicurezza né quale probabilità, ma quale possibilità esiste di impedire al nemico aereo la distruzione delle nostre più essenziali industrie aeronautiche, durante tutto quel tempo che può occorrere per preparare una produzione in grandi serie, mediante una difesa aerea?
      E anche se una tale possibilità esistesse, possiamo supporre che l'avversario durante tutto quel tempo resterebbe colle mani in mano e non si metterebbe anch'esso a costruire in grandi serie?
      Tutto ciò appartiene al regno della fantasia. La guerra aerea, necessariamente, si svolgerà e si deciderà coi mezzi che si troveranno in presenza all'apertura delle ostilità. Chi si lascerà sorprendere impreparato, chi aspetterà lo scoppio della guerra per decidersi a fare, sarà irremissibilmente battuto nell'aria. Chi si sentirà più forte, cercherà la decisione e non attenderà il beneplacito del più debole, né permetterà che questo lavori sotto il suo naso.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il dominio dell'aria
di Giulio Douhet
De Alberti
1927 pagine 207