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      I reduci dall'America non conoscevano gli avvenimenti del febbraio, la sollevazione di Vienna, la riscossa di Venezia, le barricate di Milano, l'entrata di Carlo Alberto in Lombardia e le prime vittorie delle armi italiane sul Mincio; tutto questo era loro interamente ignoto; quindi Garibaldi era incerto del luogo e della meta del suo sbarco - e l'animo suo ondeggiava tra i consigli avuti dal Mazzini, che con uno scritto lo spingeva a sbarcare in Sicilia e gli accordi presi col Medici per i quali erasi impegnato ad approdare in Toscana, mentre il suo vivo desiderio era di scendere ove fosse pił pronta l'occasione di menar le mani. Obbligato ad approdare a Palos presso Cartagena per fare provvista di viveri, Garibaldi riceveva dal vice Console Francese la lieta notizia della guerra dichiarata all'Austria. Non pił esitazioni - la via era tracciata, la meta era designata. A Garibaldi urgeva senza perdere un istante dirigere la prora verso la costa della Liguria per essere pił vicino al teatro della lotta, ed offrire senza esitare il braccio suo e dei suoi a Carlo Alberto.
      I venti lo obbligarono ad approdare a Nizza, ed alle 11 antimeridiane del 21 giugno 1848, inalberante la bandiera di Montevideo, gettava l'ancora nel porto della sua Cittą natale.
      Nello scendere a terra un urlo d'entusiasmo lo saluta, facendogli suonare all'orecchio nel dolce idioma natio quel grido d'ammirazione che da tanti e tanti anni non aveva pił udito se non in lingua straniera, in terra straniera.
      Non perdette tempo Garibaldi.


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Ricordi di un garibaldino dal 1847-48 al 1900
di Augusto Elia
Tipogr. del Genio Civile
1904 pagine 508

   





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