Il Maresciallo Austriaco volle tentare un colpo decisivo, salvare Peschiera dall'imminente caduta e piombare addosso all'esercito Piemontese sperando di trovarlo debole a motivo della estensione della lunga linea di posizioni che teneva occupate. Formava quindi il piano di forzare la destra del Mincio per Rivalta, le Grazie e Curtatone contando di trovarvi debole resistenza, sorprendere alle spalle le truppe Piemontesi e sospingerle sotto le fortezze del quadrilatero.
Formato questo piano il 27 di maggio usciva da Verona con 30 mila uomini che diresse per Mantova, la notte del 28 si attendņ sotto quella fortezza da dove trasse con se altri 15 mila uomini del Nugent; aveva con se 45 mila combattenti con corrispondente artiglieria e li divise in tre corpi di 15 mila ognuno.
Alle 10 del mattino del 29 maggio attaccava contemporaneamente l'ala sinistra dell'esercito Piemontese girandolo per Rivoli, Affi, Lozise ed il Campo Toscano di guardia alla destra; fra Mozzacane e Povegliano eravi un altro corpo di 15 mila uomini minacciante il centro, qualora i Piemontesi avessero incautamente appoggiato a destra e a sinistra per rafforzare i deboli estremi.
L'attacco di Lozise riuscģ sfavorevole agli Austriaci; essi furono ricacciati al di lą dell'Adige dal generale De Sonnaz e vi lasciarono sul terreno oltre 500 feriti e numerosi prigionieri.
A Curtatone e a Montanara erano 5 mila Toscani con pochi Napolitani a guardia del Mincio comandati dal valentissimo generale Laugier, di questo pugno d'uomini il Maresciallo Austriaco coi suoi 15 mila che loro mandava contro credeva di averne ben presto ragione.
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