Ma allo spuntare del giorno 11 fatto assalire dal Duca di Genova, dopo qualche resistenza, batteva in ritirata verso Madonna della Neve luogo al di là del confine italiano.
Il 18 luglio le truppe Piemontesi ordinate a serrar più d'appresso Mantova, con brillante attacco ordinato e diretto dal Generale Bava s'impadronivano di Governolo ricacciando nelle paludi gli Austriaci e facendone molti prigionieri.
Il giorno 22 luglio il Maresciallo Radeztky(5) deciso di dare una decisiva battaglia ai Piemontesi usciva di Verona con 45 mila uomini; divideva queste forze in tre corpi l'uno capitanato dal d'Aspre doveva portarsi sulle alture e il borgo di Sona; l'altro comandato da Wratislaw doveva assalire Sommacampagna; il terzo lo teneva sotto mano il Wimpfen per soccorrere al bisogno d'Aspre o Wratislaw.
Le posizioni che stavano per essere investite dal nemico erano difese dal Generale Broglia che con la brigata Savoia, un battaglione del 13°, alcune compagnie di Toscani, di bersaglieri e di volontari, sei squadroni di Cavalleria Novara, una batteria da posizione Piemontese, due pezzi Toscani e quattro pezzi Modenesi e Parmensi, occupava Palazzolo, S. Giustino e mandava avamposti alle Cascine di Colombarone a destra ed a sinistra fra Sondrio e Boscolengo.
Pochi alberi abbattuti e qualche barricata erano tutte le difese dei Piemontesi sulla sinistra.
Non così al centro ove il generale De Sonnaz aveva fatto innalzare un lungo bastionato che legando le colline di Palazzolo con quelle di Sona, chiudeva la gran strada che da Peschiera porta a Verona; quest'opera era(6) difesa dal Duca di Genova e dai Parmensi.
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