I bolognesi non si addormentarono sulla vittoria; essi si prepararono alla difesa per potere accogliere come si conveniva il nemico.
Si creò un comitato di pubblica salute, il quale subito si mise all'opera pubblicando il seguente manifesto:
Fratelli delle Romagne e d'Italia!
Dopo di avere occupato tre porte principali della città ed i suburbi, l'insolente austriaco credeva di potere gettare il fango a piene mani su un popolo italiano; il castigo fu pronto. L'amor della patria e l'onore d'Italia fa gagliardamente palpitare il cuore del nostro popolo quanto ogni altro generoso; in breve, dopo ostinata pugna, gli austriaci furono cacciati dai posti che avevano proditoriamente occupati e dalla Montagnola, ove avevano fatto il loro inespugnabile baluardo, che credevano di tener saldo coi cannoni bombardando la città. Un popolo quasi inerme fece mordere la polvere a molti di quei tristi, e ne incatenò molti altri.
Dopo la prima vittoria la causa non è vinta; accorrete in armi tutti, generosi fratelli a dividere la gloria come divideste per tanto tempo i dolori.
Bologna, 9 agosto 1848.
Bianchetti, Pro-delegato - Pepoli Gioacchino-Napoleone - Biancoli Oreste - Berti Lodovico - Gherardi Silvestre - Dottore Frezzolini - Rusconi Federico".
Ma il destino era segnato, l'Italia doveva ancora soffrire il servaggio dello straniero, causa non ultima le nostre discordie.
CAPITOLO IX.
Garibaldi continua la lotta contro l'Austria.
La Lombardia dopo l'Armistizio avea piegato il capo al duro destino; era forza che Garibaldi piegasse il suo; ma la sua doveva essere la ritirata d'un leone!
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