L'Haynau aveva ordinato che un battaglione di croati, di notte appostato, scendesse giù per la china del colle ed a forza occupasse le vie che conducevano al centro della città. Furono però accolti, mentre discendevano con una tempesta di fucilate, sì da essere obbligati a sostare e a dare indietro; ma poi riordinati, assalirono i nostri con fuoco ben nutrito e così ben diretto che i difensori furono obbligati ad abbandonare la trincea più avanzata, posta alla svolta della china del Castello, non solo, ma poi dopo altra eroica difesa, furono costretti a ritirarsi anche dalla barricata che custodiva la svolta di S. Urbano; ed infine anche dall'ultima di via della Consolazione. Gli imperiali alla carica, sorpassando le barricate, sgombrando impedimenti si precipitarono nella piazza dell'Albero. Là i Bresciani li attendevano alla posta, dalle finestre, dai tetti, dagli sbarramenti che chiudevano il passo all'interno della città, vennero accolti con una salva di fucilate, tanto che ben pochi ebbero salva la vita; ma una fiumana di altri croati serrati in colonne giù per quella stretta impediva ai primi di dare indietro; tanto che alla disperata mancando loro ogni scampo, fecero testa, e s'avventurarono risoluti contro le trincee per forzare il passo; ma ancora un fuoco micidiale a bruciapelo li accolse, e più che decimati, dovettero arrestarsi e dare indietro.
L'Haynau che dal Castello vedeva lo scempio che i difensori facevano dei suoi ordinava al Colonnello Milez di accorrere in aiuto con buon nerbo di forza; ma appena sboccato sulla piazza il Milez stesso, che stava alla testa dei suoi, colpito da palla al cuore cadeva morto; i suoi soldati allora sostarono indecisi; prendendo il momento i bravi bresciani saltarono dai ripari, e slanciandosi sul nemico l'assalirono a colpi di baionetta, di daghe, di stocchi, di coltelli.
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