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Fidando nel popolo e nella santità del principio repubblicano:
IL TRIUNVIRATO DECRETA
Gli stranieri e segnatamente i Francesi dimoranti pacificamente in Roma sono posti sotto la salvaguardia della Nazione
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Sarà considerato come reo di leso onore romano qualunque proponesse far loro oltraggio o molestie
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Il governo invigilerà che nessuno d'essi trasgredisca i doveri dell'ospitalità
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Così Roma vicina a scendere sul campo di battaglia per amor della libertà ed indipendenza, dava prova di quella generosità che è tradizionale nel suo popolo.
La mattina del 28 aprile, la legione insieme agli altri corpi militari riuniti in Roma, fu passata in rivista sulla piazza di S. Pietro dal Ministro della guerra.
Il piano di guerra fu presto formato; la topografia della Città, le condizioni dell'esercito difensore, le forze degli assalitori, chiaramente lo suggerivano.
Scartato il concetto di una offensiva in aperta campagna, e deliberata una concentrata difensiva della Capitale, la difesa non poteva essere stabilita che sulla destra del Tevere e precisamente lungo le mura d'Urbano VIII, che da porta Portese, per quelle di San Pancrazio e Cavallegeri va a porta Angelica; comprendente come posizione avanzate, al centro la collina di Villa Pamfili, come baluardo a settentrione il forte Vaticano, e come seconda linea d'appoggio le alture del Gianicolo.
Garibaldi avuto partecipazione del Comando affidatogli, spedì il seguente ordine del giorno:
Al comando della Sezione degli Emigrati.
Il Ministro della Guerra, col dispaccio del 27 corrente affidò a me il comando della prima brigata nella cui forza è pure compresa la vostra Sezione.
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Francesi Roma Nazione Roma Roma S. Pietro Ministro Città Capitale Tevere Urbano VIII Portese San Pancrazio Cavallegeri Angelica Villa Pamfili Vaticano Gianicolo Comando Sezione Emigrati Ministro Guerra Sezione
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