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      Unica impresa che venne concessa dal Triunvirato a Garibaldi il 1° maggio, fu una ricognizione sul nemico che si ritirava per la via di Civitavecchia, verso Castel di Guido, dove i Francesi avevano passata la notte in armi nella certezza di essere assaliti. Egli uscì colla sua legione da porta S. Pancrazio, mentre il Masina coi lancieri e coi dragoni usciva da porta Cavalleggeri; entrambi si unirono all'osteria di Malagrotta, dove i Francesi si erano preparati alla resistenza.
      Ma per volere di Mazzini non si venne alle mani, come Garibaldi avrebbe desiderato. E ciò anche perchè l'Oudinot mandò a Garibaldi un parlamentario, per avvertirlo che trattava col governo Romano un armistizio; quasi contemporaneamente Garibaldi stesso riceveva un ordine di ritornarsene a Roma; e l'ordine fu eseguito nel giorno stesso.
      Così i Francesi ebbero modo di guadagnar tempo, e ritornare con forte nerbo di forze e grosso materiale di guerra a riprendere l'attacco dell'eterna città con certezza di successo.
      Ma se la giornata del 30 aprile non ebbe quelle conseguenze che erano da aspettarsi dopo una vittoria così bella, essa però provò al mondo che Garibaldi era qualche cosa di più di un semplice guerrigliero Americano, e che non gli mancavano le doti tutte del generale delle grandi fazioni; come provava al mondo che gl'Italiani, se ben condotti, sapevano battersi.
     
      Intanto che Oudinot riposava a Civitavecchia, e mandava a Parigi messaggi bugiardi mal dissimulanti la sconfitta toccata, e l'Assemblea Romana lo rimeritava delle sue slealtà col mandargli liberi i prigionieri; un esercito austriaco minacciava dal Po le Legazioni; un'armata Spagnola veleggiava per la medesima crociata nel Mediterraneo; e finalmente re Ferdinando di Napoli faceva occupare da una divisione Velletri, mentre due altre, una di milizie regolari comandate dal generale Winspeare, l'altra composta di briganti comandata dallo Zucchi, s'inoltravano per la provincia di Frosinone sui colli Latini.


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Ricordi di un garibaldino dal 1847-48 al 1900
di Augusto Elia
Tipogr. del Genio Civile
1904 pagine 508

   





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