Così finì la giornata del 3 giugno, nefasta alla fama francese, giornata veramente memorabile nei fasti del valore italiano se si pensi che cinque grandi assalti furono dati dai soldati della repubblica Romana per sloggiare il nemico dalle posizioni occupate per tradimento; più di dieci furono le cariche alla bajonetta con cui precipitarono contro il nemico, e per quattro volte seppero riprendere alle migliori truppe del mondo le posizioni perdute.
Chi può dire, degli eroici episodi di questa immortale giornata? Come ricordare alla patria i nomi dei caduti per essa?
Il Masina, ferito al primo assalto, fasciata in fretta la piaga si slanciava a cavallo su pei gradini di Villa Corsini, e avvolto dai nemici roteando il ferro terribile, squarciato il petto da una palla cadeva fulminato.
Il Mangiagalli, a Villa Valentini menò strage di Francesi; spezzata la spada, combattè sempre, benchè ferito e tenne la villa con pochissimi rimastigli fino a sera.
Lo Scarcele colpito a morte legò tutto il suo alla(23) patria. Il Manfrin sergente dei bersaglieri, quantunque gravemente ferito, volle riprendere il suo posto nelle file; e al Manara che gli diceva "vattene, qui non servi a nulla;" rispondeva "lasciatemi stare colonnello, almeno faccio numero" e alla prima scarica il valoroso era colpito mortalmente.
Il Rozà, ferito due volte, ritornava alla pugna, e alla terza soccombeva.
Angelo Bassini, s'avventava con un pugno de' suoi, contro Villa Corsini e ne tornava pesto e insanguinato. Dalla Longa, milanese, raccolto sulle spalle il caporale Fiorani mortogli al fianco mentre ritraevasi col caro peso, una palla lo trapassò e cadde in un fascio col suo carico.
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