Il primo cozzo fu tremendo; i cacciatori austriaci armati delle loro eccellenti carabine, appiattati attorno al parapetto del piazzale della Chiesa, che s'innalzava sopra un poggio a guisa di bastione, e dietro le finestre delle case circostanti battevano con un fuoco micidiale di fronte e di fianco, i primi assalitori e cioè la compagnia De Cristoforis, che rigò del sangue dei suoi migliori la via infuocata; cadde colpito gravemente il tenente Pedotti; cadde, lacerate le visceri, il capitano De Cristoforis; cadde, fracassata una spalla, il tenente Guerzoni ed altri, ed altri; la compagnia decimata balena s'arresta un istante, ma non indietreggia. Nel frattempo l'assalto ai due fianchi si spiegava ed incalzava; un battaglione austriaco si lanciava alla corsa da Rondinello, ma incontra sui suoi passi il Medici che lo arresta, e con una carica furiosa riesce a rovesciarlo; altre compagnie dei nostri subentrano a rinforzare l'assalto, sicchè il nemico ormai circuito, sgominato, rotto, volta in fuga precipitosa verso Camerlata e Como.
Garibaldi non indugiò un istante ad occupare le posizioni espugnate, e mentre Medici s'afforzava tra Rondinello e Breccia, e Bixio chiudeva gl'intervalli tra S. Fermo e Rondinello, il maggiore Quintini si piantava col battaglione ed alcune compagnie del secondo reggimento a San Fermo; ed altre compagnie si stendevano a sinistra verso Cima la Costa. Ma ancora il nemico non si dava per vinto, il generale Augustin, raccolte tutte le sue forze, le spinse parte a destra, su Cima la Costa, per spuntarvi la nostra sinistra; parte a manca, per riafforzare l'altura di sopra la Costa, e di là controbattere San Fermo.
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