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      Dalla situazione dei belligeranti č provato che gli austriaci portavano in campo nell'imminente battaglia 150 mila fanti, 13 mila cavalli e 688 pezzi di cannone, mentre gli alleati mettevano in linea 140 mila fanti, 15 mila cavalli e 522 pezzi d'artiglieria.
      Il giorno 24 i due eserciti si pongono in marcia l'uno verso l'altro, senza sapere che andavano rispettivamente ad urtare il grosso del nemico.
      Il Maresciallo Baraguay partito alle tre del mattino per la strada di montagna che va da Esenta su Solferino, trovava i posti di Fontana e le Grotte occupati dagli austriaci e impegnava un accanito combattimento.
      Il Maresciallo Mac-Mahon, che si era messo in marcia alle due e mezzo antimeridiane per la gran strada che da Castiglione va a Mantova, a cinque chilometri dal primo villaggio, vedeva il 7° cacciatori a cavallo incontrare gli avamposti del nono corpo austriaco, che aveva occupato casa Merini.
      Il Maresciallo fece prendere dai suoi immediatamente casa Merini e se ne servė di base per lo spiegamento delle sue forze.
      Cosė avvenne di tutti gli altri corpi in marcia, i quali si urtarono contro il nemico pure in marcia.
      L'imperatore Napoleone ai primi colpi di cannone era montato a cavallo e senza indugio diede gli ordini per la battaglia.
      Per descrivere le vicende di quel sanguinoso e memorabile combattimento, il pių glorioso che ebbe a sostenere la Francia dopo la battaglia di Marengo ci vorrebbe un volume.
      A Solferino l'esercito francese si coprė di gloria.
     
      L'armata Sarda secondo gli ordini ricevuti da Vittorio Emanuele doveva portarsi il 24 a Pozzolengo.


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Ricordi di un garibaldino dal 1847-48 al 1900
di Augusto Elia
Tipogr. del Genio Civile
1904 pagine 508

   





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