Il combattimento aveva durato dalle sette del mattino fino alle nove di sera: quattordici ore! fu uno dei più lunghi ed ostinati combattimenti che gli annali delle battaglie ricordino.
Trofei della vittoria furono cinque cannoni, non pochi prigionieri, fra cui parecchi ufficiali.
Così la sera del 24 giugno prendeva posto, tra le glorie dell'esercito, la battaglia di S. Martino.
La memorabile giornata del 24 fu chiamata di Solferino e S. Martino dal nome dei luoghi sui quali ne venne deciso l'esito.
Le truppe alleate hanno dovunque combattuto con grandissimo valore. I Piemontesi si diportarono in modo degno di grande lode, dacchè è certo che le loro 3 divisioni 1a 3a 5a hanno avuto a fronte 7 brigate austriache, quasi un terzo di forze superiori; e, quel che è peggio, situate in ottime posizioni difensive.
Bella la vittoria di S. Martino - tale da rendere immortali quanti vi presero parte. - Molti furono gli atti di supremo valore che meriterebbero di essere qui ricordati. Ma per farlo non basterebbe un intero volume. Merita di essere segnalato quello di un valoroso giovane tenente Besozzi Giuseppe, ufficiale d'ordinanza del colonnello comandante il 17° reggimento: questo bravo, quantunque ferito due volte gravemente, con ferrea volontà, con sforzo sovrumano volle continuare il suo servizio - e resistette per tutto il tempo che durò il combattimento; solo acconsentì a farsi medicare quando cambiata la linea del suo reggimento non trovossi più esposto al fuoco nemico.
Questo valoroso veniva decorato colla croce dell'ordine militare di Savoia e portato all'ordine del giorno dell'esercito.
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