Dopo le vittorie di Solferino e di S. Martino, Napoleone III emetteva il seguente ordine del giorno:
Soldati!
Noi abbiamo preso tre bandiere, trenta cannoni e seimila prigionieri. L'esercito Sardo ha lottato con grande valore contro forze superiori. Esso è degno di marciare al vostro fianco. Soldati! tanto sangue versato non sarà inutile per la gloria della Francia e dell'Italia e per la felicità dei popoli
.
Napoleone.
Mentre l'Urban, lasciata una forte retroguardia a Varese, contromarciava col grosso della sua divisione su Gallarate diretto al Ticino, Garibaldi ignaro di questa improvisa(57) ritirata, levato nel tempo stesso il suo campo da Induno, per Arcisate, Rodero, Casanova arrivava a Como fra il tripudio di quella cittadinanza che da quattro giorni paventava di rivedere ad ogni istante gli austriaci.
La vittoria delle armi alleate spalancava loro le porte di Milano, mentre gli austriaci erano obbligati a ritirarsi precipitosamente.
Quest'avvenimento fortunato ebbe per immediata conseguenza non solo la liberazione della Lombardia ma la sollevazione dei ducati, delle Legazioni e dell'Umbria.
Nel giorno 20 di giugno una forte colonna di soldati svizzeri al soldo del Papa, partiti da Roma assaliva Perugia che si era ribellata al governo papale. La patriottica città, quantunque la gran parte della gioventù fosse in Lombardia a combattere con Vittorio Emanuele e con Garibaldi, oppose una valorosissima resistenza, dapprima dall'alto delle mura, poi nelle contrade, combattendo corpo a corpo, cedendo il terreno alle forze soverchianti palmo a palmo, finchè, i bravi Perugini sopraffatti(58) dovettero cedere.
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