Abbiamo perduto De Flotte! gli epiteti di bravo, di onesto, di vero democratico sono impotenti per esprimere tutto l'eroismo di quest'anima incomparabile!
De Flotte, nobile figlio della Francia, era uno di quegli esseri privilegiati che un sol paese non ha diritto di appropriarsi; no, De Flotte appartenne all'umanità intera; giacchè per lui la patria era ovunque un popolo sofferente e curvo si rialzava per la libertà.
De Flotte morto per l'Italia, ha combattuto per essa come avrebbe combattuto per la Francia.
Quest'uomo illustre è un legame prezioso per la fratellanza dei popoli che attende l'avvenire dell'Umanità. Morto nei ranghi dei Cacciatori delle Alpi, egli era, come molti dei suoi bravi concittadini, il rappresentante della generosa Nazione, che si può arrestare un momento, ma che è destinata a marciare in avanguardia dell'emancipazione dei popoli e della civiltà del mondo.
24 agosto.
G. Garibaldi.
Da quel giorno lo sfacelo dell'esercito borbonico delle Calabrie seguì con rapidità crescente. Tutte le provincie si sollevavano precedendo le forze della rivoluzione, guidate da Garibaldi. La città di Potenza cacciava le truppe che la custodivano, e la Basilicata rivendicava la sua libertà. Cosenza costringeva le forze borboniche a capitolare ed a ritirarsi a Salerno, con impegno di non più combattere contro Garibaldi. A Foggia, a Bari le truppe fraternizzarono col popolo. Il Generale Viale, che stava a guardia delle Termopoli di Monteleone con 12000 uomini, minacciato dall'insurrezione del popolo e dalla sedizione delle truppe, batteva in ritirata, abbandonando ai garibaldini una delle più forti posizioni, chiave strategica delle Calabrie.
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