È degno di memoria onorata questo episodio; mentre si combatteva accanitamente in tutta la linea a S. Maria, a S. Angelo ed a Maddaloni, il maggiore Bronzetti con 270 dei nostri sosteneva a Castel Morrone l'urto di 3000 borbonici, respingendoli a varie riprese in ben dieci assalti; la maggior parte di quei bravi era caduta; invano gli ufficiali napoletani esortavano i superstiti ad arrendersi, facendo sapere che tanto valore sarebbe stato rispettato; Pilade Bronzetti resistette entro il castello finchè ebbe cartucce, e, quando queste vennero meno, i difensori di Castel Morrone vollero morire da eroi. Stretti come un sol uomo, tentarono aprirsi un varco colla baionetta tra le migliaia dei nemici; caddero quasi tutti; fu ferito a morte lo stesso eroico Bronzetti e i pochi non feriti vennero condotti prigionieri. Fra questi eroi sacrati alla morte, combatterono disperatamente il valorosissimo Mirri capitano ed i tenenti Matteo Renato Imbriani e Vincenzo Migliorini, che si guadagnarono la medaglia al valore militare e la promozione.
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Mentre Garibaldi co' suoi del quartiere generale si ritirava da S. Angelo, s'imbattè nei carabinieri genovesi che vollero fargli scorta; fatto l'alt per il rancio, e per un piccolo riposo di cui tutti sentivano il bisogno, venne al Generale l'avviso che una colonna di 5000 borbonici trovavasi a Caserta vecchia, pronta a piombare su Caserta, quartiere generale garibaldino. Mandate staffette per avvertire Sirtori che era a Caserta e Bixio a Maddaloni, egli coi carabinieri genovesi e con altre forze, che potè avere sotto mano, si mise subito in marcia, prendendo la via della montagna.
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