Il giorno 19 fra il generale Cialdini ed il colonnello Coudenhoven venne stabilito che i pontificii avrebbero deposte le armi in presenza delle truppe italiane. Si arresero circa 5000 pontificii, con 150 ufficiali; 11 cannoni, cassoni e carri di artiglieria caddero nelle mani del vincitore.
Così ebbe termine la battaglia di Castelfidardo colla vittoria delle armi italiane.
*
* *
Il giorno 20 il generale Cialdini diede le disposizioni per un largo blocco intorno ad Ancona, in aspettativa della sua 13a divisione e del 5° corpo che distava di poche marcie.
Il giorno 23 il generale Fanti riconobbe la piazza dal lato di mare e presi concerti coll'ammiraglio Persano dichiarò il blocco serrato di terra e di mare; sbarcò il parco d'assedio nella grossa spiaggia di Numana e dispose il completo investimento della piazza.
Dalla parte di terra l'obbiettivo principale era quello di Monte Gardetto, dal qual forte si poteva comandare e battere tutte le altre difese della piazza; per raggiungere tale obbiettivo era necessario impadronirsi delle posizioni fortificate di Monte Pelago e Monte Pulito, onde impiantarvi le batterie per battere la Lunetta di S. Stefeno e Monte Gardetto.
Il generale Fanti ordinava pertanto che si concentrassero vivissimi fuochi d'artiglieria sulla Cittadella e sul campo trincerato, e comandava che si prendessero di viva forza la lunetta di Monte Scrima e il Lazzaretto.
Il giorno 24 si apriva il fuoco contro le opere esterne della piazza.
| |
Cialdini Coudenhoven Castelfidardo Cialdini Ancona Fanti Persano Numana Monte Gardetto Monte Pelago Monte Pulito Lunetta S. Stefeno Monte Gardetto Fanti Cittadella Monte Scrima Lazzaretto
|