Intanto il generale Cialdini ordinava al 7° battaglione bersaglieri, comandato dal capitano Brunetta, sotto la direzione del suo capo di stato maggiore tenente-colonnello Piola, di occupare rapidamente Borgo Pio. Il battaglione si slancia risolutamente, e cacciati i posti nemici lo occupa provvedendo subito alle opere di prima difesa; verso sera due altri battaglioni di bersaglieri il 6° e il 12° rinforzarono(90) il 7° e occupano solidamente quel borgo.
Alle ore 8 del 27 il 6° battaglione dei bersaglieri ebbe l'ordine d'impadronirsi del Lazzaretto; sotto un fuoco micidiale questi bravi si lanciano all'ardita impresa; una barca serve da ponte nello stretto canale che isola il Lazzaretto.
Il primo plotone accompagnato da un drappello di zappatori procede sotto un fuoco vivissimo all'atterramento della porta; ma il sottotenente Ferrari Luigi si slancia entro il ridotto per una cannoniera seguito dai suoi bersaglieri, e, cadendo all'improvviso sul nemico, facilita la apertura della porta; in un'ora(91) l'intero battaglione si stabiliva al Lazzaretto, impossessandosi di 3 pezzi e facendo prigionieri 3 ufficiali ed i soldati che lo presidiavano.
Il giorno 28 e la notte fra il 28 al 29 le truppe piemontesi si occuparono nel piantare a 400 metri dalle mura, nuove batterie. Il Lazzaretto era stato rinforzato da altre truppe, ma vedendo il generale Fanti che le batterie del Molo e quella della Lanterna lo avevano preso di mira e lo fulminavano, dava ordine al contrammiraglio Persano di attaccare quelle batterie e farle ad ogni costo tacere.
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