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      So che V. M. sta per mandare quattromila uomini a Napoli, e sarebbe bene. Pensi V. M. che io le sono amico di cuore e merito un poco di essere creduto. È molto meglio accogliere tutti gli italiani onesti a qualunque colore essi abbiano appartenuto per il passato, anzichè inasprire fazioni, che potrebbero essere pericolose nell'avvenire.
      Essendo ad Ancona, dovrebbe V. M. fare una passeggiata a Napoli per terra o per mare. Se per terra, e ciò sarebbe meglio, V. M. deve marciare almeno con una divisione. Avvertito in tempo, io vi congiungerei la mia destra e mi recherei in persona a presentarle i miei omaggi e ricevere ordini per le ulteriori operazioni.
      La M. V. promulghi un decreto, che riconosca i gradi de' miei Ufficiali. Io mi adoprerò ad eliminare coloro che debbono essere eliminati.
      Della M. V. ubbidientissimo
     
      G. Garibaldi"
     
      Il 9 ottobre Vittorio Emanuele da Ancona lanciava ai popoli dell'Italia Meridionale il seguente manifesto:
     
      Ai popoli dell'Italia Meridionale,
     
      In un momento solenne della storia nazionale e dei destini italiani, rivolgo la mia parola a voi, popoli dell'Italia meridionale, che mutato lo Stato nel nome mio, mi avete mandato oratori d'ogni ordine di cittadini, magistrati e deputati de' municipii, chiedendo di essere restituiti nell'ordine, confortati di libertà ed uniti al mio Regno.
      Io voglio dirvi quale pensiero mi guidi, e quale sia in me la coscienza dei doveri che deve adempiere chi dalla Provvidenza fu posto sopra un trono italiano.
      Io salii al trono dopo una grande sventura nazionale.


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Ricordi di un garibaldino dal 1847-48 al 1900
di Augusto Elia
Tipogr. del Genio Civile
1904 pagine 508

   





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