Tutti gl'italiani si sono rivolti a me perchè scongiurassi questo pericolo. Era mio obbligo il farlo perchè nell'attuale condizione di cose non sarebbe moderazione, non sarebbe senno, ma fiacchezza ed imprudenza, il non assumere con mano ferma la direzione del moto nazionale, del quale sono responsabile dinanzi all'Europa.
Ho fatto entrare i miei soldati nelle Marche e nell'Umbria, disperdendo quella accozzaglia di gente di ogni paese e di ogni lingua, che qui si era raccolta, nuova e strana forma d'intervento straniero e la peggiore di tutte.
Io ho proclamato l'Italia degli italiani, e non permetterò mai che l'Italia diventi il nido di sette cosmopolite, che vi si raccolgano a tramare i disegni o della reazione o della demagogia universale.
Popoli dell'Italia Meridionale!
Le mie truppe si avanzano fra voi per raffermare l'ordine. Io non vengo ad imporvi la mia volontà, ma a far rispettare la vostra.
Voi potrete liberamente manifestarla: la Provvidenza, che protegge le cause giuste, ispirerà il voto che deporrete nell'urna.
Qualunque sia la gravità degli eventi, io attendo tranquillo il giudizio dell'Europa civile e quello della Storia, perchè ho la coscienza di compiere i miei doveri di Re e di italiano!
In Europa la mia politica non sarà forse inutile a riconciliare il progresso dei popoli colla stabilità delle monarchie.
In Italia so che io chiudo l'era delle rivoluzioni.
Dato da Ancona addì nove ottobre milleottocentosessanta.
VITTORIO EMANUELE
Farini
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