Se questa spedizione non veniva in tempo - come è provato dalle rivelazioni di Brassier de Saint-Simon - l'Italia si sarebbe sistemata in base ai risultati della guerra del 1859 - e secondo il volere di Napoleone non si sarebbe avuta l'unità ma la federazione, ed il Papa ne sarebbe stato il Capo e tutt'ora Re di Roma!
La spedizione dei Mille ha avuto un'importanza massima, più di qualsiasi altro evento della Storia d'Italia.
CAPITOLO XXII.
Presa di Capua e di Gaeta.
La mattina del 28 ottobre ambo gli eserciti settentrionali e meridionali erano intorno a Capua. Una conferenza tra Garibaldi ed i generali Menabrea e Della Rocca aveva già determinato il piano di espugnazione della fortezza, per l'esecuzione del quale il generale Menabrea diede i suoi ordini agli ufficiali del genio e prendeva tutte le misure per una pronta espugnazione della piazza, mentre il generale Della Rocca dava le sue disposizioni all'artiglieria ed agli altri corpi, per effetto delle quali, le truppe piemontesi rinforzavano il posto di Caiazzo abbandonato dai borbonici, di S. Maria e di S. Angelo; il genio e l'artiglieria si distribuivano nelle rispettive posizioni intorno alla fortezza e tutto era ordinato per il bombardamento.
Più di ventimila borbonici si erano trincerati con potenti artiglierie a Mola di Gaeta. Il 4 di novembre vennero destinati a conquistare quella posizione, la brigata granatieri di Sardegna, il 14° e 24° bersaglieri, due squadroni di lancieri di Novara e due batterie d'artiglieria.
Mola, è la parte più a mare della cittadella di Formia, ed è addossata ad una linea di colline che scendono sul mare lasciando appena posto per la strada.
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