CAPITOLO XXIV.
Guerra del 1866 - Liberazione del Veneto.
La guerra del 1864 intrapresa dalle due grandi potenze germaniche contro la Danimarca fu poi l'origine dei loro dissensi. Finchè si trattò di togliere ad un piccolo regno i tre ducati dell'Elba; finchè si volle togliere ogni ingerenza ai minori Stati della Confederazione, Austria e Prussia andarono d'accordo; ma quando si fu alla spartizione della conquista fra le due potenze, si sviluppò un forte antagonismo che doveva condurre alla guerra.
In vista di questa eventualità il Conte di Bismark chiamato a sè(103) nei primi di marzo il Conte Barral, Ministro d'Italia presso il Re di Prussia, ebbe con lui una conversazione concernente un trattato di alleanza offensiva e diffensiva a concludere il quale La Marmora(104) incaricava il generale Govone - non poteva farsi scelta migliore - e il 9 marzo egli partiva da Firenze per Berlino. Il trattato fu concluso e firmato, ed a questo l'Italia si mantenne fedele, sebbene l'Austria le offrisse la cessione del Veneto, purchè si distaccasse dalla Prussia. Essa si preparò alla guerra con la mobilitazione dell'esercito e col richiamo sotto le armi delle vecchie classi.
La guerra fu dichiarata.
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Il Re Vittorio Emanuele, dopo la dichiarazione di guerra all'Austria, indirizzava alla Nazione il seguente proclama:
Italiani!
Sono corsi ormai sette anni che l'Austria assalendo armata i miei Stati, perchè Io aveva perorata la causa della comune patria nei consigli d'Europa, e non ero stato insensibile ai gridi di dolore che si levavano dall'Italia oppressa, ripresi la spada per difendere il mio trono, la libertà dei miei popoli, l'onore italiano e combattere pel diritto di tutta la nazione.
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