Il generale pregò Elia di rimanere nella flottiglia e gli diede il comando desiderato.
Questa flottiglia si componeva di cinque barche cannoniere armate con un cannone da 24 mm. a prua, difese da un parapetto di corazza e da 2 da 5 1/3 mm. nei fianchi; ma quattro di esse erano in riparazione e solo dopo alcuni giorni furono pronte all'azione.
La flottiglia austriaca sul lago era composta delle cannoniere ad elica "Speinthenfel" "Wildfang" "Scharfschiutez" "Raufbold" "Wespe" e "Nikoke" e dei vapori a ruote "Francesco Giuseppe" e "Hess".
Il 23 il generale aveva ordinato ai volontari che aveva sottomano, di marciare avanti e di occupare con audaci colpi di mano il Caffaro e Montesuello; e i garibaldini non perdettero tempo.
Il colonnello Spinazzi, comandante del 2° reggimento, messosi subito in marcia si spingeva fino ad Anfo; il maggiore Castellini faceva avanzare il suo battaglione di bersaglieri in due colonne di due compagnie ciascuna e da una compagnia del 2° reggimento, per la strada di Bagolino verso Montesuello e vi riusciva mettendo in fuga il nemico che si ritirava. Così i nostri si erano stabiliti sul Montesuello e sul Caffaro, con drappelli di fianco a Bagolino da un lato ad Hano(109) e Monte Stino dall'altro, quando arrivava allo Spinazzi l'ordine di retrocedere su Lonato e Desenzano; e ciò in seguito all'ordine che il generale Garibaldi aveva ricevuto dal Comando Supremo, di recarsi a proteggere l'eroica Brescia.
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Si credeva, secondo notizie avute, che a Villafranca fosservi due squadroni di cavalleria nemica.
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