Rimasti padroni di quella posizione, bersaglieri e granatieri impegnarono il fuoco contro i nemici appostati in Val Busa, nel cimitero, nella chiesa, nel palazzo Maffei e sul poggio soprastante.
Il maggiore Ponzio-Vaglia ordinava al capitano Perrone di condurre i suoi cinque pezzi in aiuto dei combattenti nel villaggio di Custoza contro il nemico, appostato fortemente a Belvedere.
Appena impadronitosi di Custoza il generale Govone mandava avviso al generale della Rocca, cui diceva di inviare colą altre truppe per fronteggiare quelle assai numerosa del nemico che sempre pił ingrossava e col quale il combattimento era seriamente impegnato.
Digraziatamente la 3a divisione (Brignone) assalita da forze preponderanti, era stata costretta ad abbandonare le importantissime posizioni(111) del Monte della Croce e di Monte Torre. L'annunzio fu doloroso assai pel generale La Marmora(112) il quale, vista l'importanza di esse, ordinava al generale Cugia di affrettarsi a portare soccorso a(113) quella divisione, muovendo verso le alture ed ordinava al colonnello Ferrari, comandante del 64° fanteria, di seguire senz'altro la mossa.
Intanto il generale Govone che aveva obbligato gli austriaci ad abbandonare non solo Belvedere ma anche le posizioni di Monte Molimenti e Cavalchina, ordinava alle sue brave truppe di marciare alla conquista di quelle posizioni, che alle 2 1/4 pom. furono in mano dei nostri.
20 compagnie stavano ora su quelle alture dinanzi a Belvedere sino a Bagolino. Urgeva apparecchiarsi a gagliarda difesa su quelle importantissime posizioni e sopratutto coprirle di artiglieria; ma tempo e mezzi mancavano.
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