Il 10 di agosto Garibaldi riceveva dal generale La Marmora il seguente telegramma:
Considerazioni politiche esigono imperiosamente la conclusione dell'armistizio pel quale si richiede, che tutte le nostre forze si ritirino dal Tirolo.
D'ordine del Re
.
Quale scossa abbia provato in quel momento il cuore dell'Eroe e dei suoi compagni si può indovinare. Il Trentino perduto, Trieste abbandonata! Ma Garibaldi non tradì neppure con un segno la tempesta che aveva nel cuore, e rispose egli stesso al La Marmora: "Obbedisco".
La campagna per la liberazione del Veneto era finita ed i garibaldini si accingevano a ritornare alle loro case.
Anche la flottiglia del Lago di Garda si scioglieva. Essa, sebbene in condizioni immensamente inferiore alle forze austriache del Lago, seppe compiere il proprio dovere durante la campagna, e se avesse avuto alcuni altri giorni di tempo e ricevuto dal Ministero i cannoni richiesti per armare una zattera ormai a termine di costruzione, avrebbe certo messo tutto l'impegno per vincere la flottiglia nemica e per rendersi padrona del Lago.
Che non mancò al suo dovere lo dicono i due ordini del giorno seguenti del generale Garibaldi e del generale Avezzana comandante divisionale di Salò:
ORDINE DEL GIORNOmandato al generale Avezzana
Comandante divisionale a Salò
Generale,
Porgete una parola di lode ben meritata in nome della Patria e del Re ai prodi della nostra flottiglia; essi hanno ben meritato col loro esempio; e sotto il comando di voi, valoroso veterano dell'indipendenza della patria, vedremo presto il Garda libero dalla dominazione straniera.
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