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L'impresa era ardua - trattavasi di lottare col prete, coi francesi, col comitato nazionale! Bisognava agire con arditezza e ad un tempo con prudenza poichè le tre polizie, pontificia, francese e quella del comitato nazionale, erano intente a spiare e a sventare le mosse del nuovo centro d'azione.
Contro tutte queste difficoltà lottavano i direttori del partito d'Azione Romano - ed il programma tracciatosi ebbe in parte il suo svolgimento. Un giornale clandestino dal titolo Roma o morte fu istituito e in mezzo a mille ostacoli e peripezie non cessò dalla patriotica sua propaganda, combattendo per tre anni con accanimento le turpitudini del governo dei preti e la condotta del Comitato nazionale che a quello assicurava l'esistenza, consigliando al popolo la inazione.
In questo giornale oltre a patrioti romani, collaboravano Mazzini, De Boni, Asproni, Alberto Mario, Pianciani, Scifoni ed altri. Era direttore il dottore Giuseppe Pastorelli.
Si procedette dal Comitato d'azione all'organizzazione delle forze con forma e carattere proprio. La corrispondenza al di là dei confini fu organizzata con elementi d'indiscutibile sicurezza. Le armi erano state raccolte in luogo da potere essere, a momento opportuno, introdotte in città coll'aiuto di provati patrioti quali il Cucchi, il Guerzoni, l'Adamoli ed altri.
Certo è dunque che il lavoro lento sì, ma costante del Comitato d'azione romano valse a scuotere dall'inerzia la gioventù ed a preparare gli elementi che nella città dovevano prendere parte ad un fatto che doveva affrettare la liberazione di Roma.
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