Se nonchè giunti nel punto di sconfinare nei pressi di Ponte Catino e Castelnuovo, una compagnia di granatieri, che si teneva ivi imboscata, circuì la colonna e le intimava la resa.
Questo fatto non influì in ciascun modo a raffreddare l'opera di Garibaldi, chè anzi servì a spronarla. Difatti Garibaldi mandava Cucchi Francesco a Roma per annodare in sua mano le fila della rivoluzione; mandava suo figlio Menotti a sondare il terreno e a stringere patti col Nicotera e con altri nel mezzogiorno; incaricava Acerbi della raccolta dei giovani e delle armi alla frontiera Umbro-Toscana e lo mandava in suo nome a scandagliare le intenzioni del Rattazzi: da quanto ne fu trapelato parve che il Rattazzi non dissentisse dall'idea del generale ed era pronto a coadiuvarlo. Solo dimostrava la necessità che il generale, per acquietare le rimostranze del governo francese e stornare i sospetti del governo pontificio, lasciasse per qualche tempo il continente e si recasse a Caprera.
Intanto nella prima quindicina di agosto il generale aveva dati i suoi ordini e distribuite le parti come alla vigilia di un entrata in campagna; Menotti doveva sconfinare da Terni coll'obbiettivo Monterotondo; Acerbi da Orvieto obbiettivo Viterbo; Nicotera e Salomone da Aquila e Pontecorvo obbiettivo Velletri.
Già il 13 luglio 1867 i comitati riuniti avevano annunziata la loro fusione col seguente manifesto:
Romani!
Il voto comune, il voto di tutti quelli a cui batte il cuore per l'onore e la libertà della patria, si è realizzato.
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Ponte Catino Castelnuovo Garibaldi Garibaldi Cucchi Francesco Roma Menotti Nicotera Acerbi Umbro-Toscana Rattazzi Rattazzi Caprera Menotti Terni Monterotondo Acerbi Orvieto Viterbo Nicotera Salomone Aquila Pontecorvo Velletri
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