Intanto Menotti aveva riunito intorno a sč(130) il grosso dei volontari e a passo di carica investe i nemici che fanno resistenza ma infine il valore dei nostri li vince e dei zuavi pochi poterono salvarsi, i pių erano rimasti sul terreno morti e feriti.
Nel combattimento molto si distinsero, senza dire del Menotti e del Fazzari, il capitano Tringalli ed i tenenti conte Ugolini Galeazzo e Nani Raffaele, e il sottotenente Campagnoli Aldebrando della colonna Salomone.
Il 13 di ottobre Nicotera esso pure sconfinava con ottocento uomini a Vallecorsa e l'indomani s'avviava a Falvaterra.
Si aspettava che Roma desse qualche segno di vita e Cucchi, Guerzoni, Adamoli, Bossi, Celle, Costa si erano stretti in lega coi membri del Comitato di Azione; ma tutti sentivano che la sollevazione intempestiva nella provincia aveva resa impossibile una sorpresa nella Capitale.
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Mentre questo avveniva in Sabina, Canzio e Vigiani pensavano di trarre Garibaldi dalla prigionia di Caprera. Noleggiata una paranzella salparono da Livorno il 14 ottobre, cautamente accostarono alla Maddalena ed a mezzo della Signora Collin, fatto pervenire un biglietto al Generale, proseguivano pel porticello di Brandinchi per aspettarvelo. La notte del 16 ottobre il Generale avventuratosi sopra un guscio di noce, faceva il tragitto da Caprera al punto di ritrovo, e deludendo la vigilanza dei R. Equipaggi, prendeva imbarco nella paranzella, sbarcava a Livorno, ed in sul mezzogiorno del 20 arrivava a Firenze con grande sorpresa del Governo e gioia degli amici.
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