Si erano pure uniti a me i capitani Grassi e Ballanti. Altri volontari comandati da Salomone(137) e da Frigesy, fra i quali i bravi Buratti e Giammarioli rafforzavano la posizione, fatta segno alle palle nemiche. Ordinai ai bravi che avevo con me, di spiegarsi in catena e rasentando le siepi, fiancheggianti la strada che taglia quei campi e conduce alla villa Santucci, spingersi in avanti nell'intento di sloggiare il nemico dalla villa occupata. I garibaldini rispondevano da bravi al fuoco nemico e gli ufficiali ne li incoraggiavano; eravamo fulminati dall'artiglieria e dal fuoco vivissimo delle carabine; più di un volontario era caduto al mio fianco e già feriti il mio aiutante in primo Tironi, il capitano Antonio Berti che bravamente rimasero al loro posto. La faccenda si faceva sempre più seria; mandai l'aiutante in seconda Burattini, onde riunisse quanti dei nostri potesse e li portasse con sè(138) al fuoco, ma ritornò solo. Si era da ogni parte impegnati e non conveniva fare scendere i garibaldini che occupavano le case; privi di rinforzi ed incalzati dagli Zuavi pontifici fin sotto le case di Mentana, riuniti intorno a me quanti più ne potei, ufficiali e soldati, ordinai una carica alla baionetta; coadiuvati dai nostri, che dalle case tiravano addosso agli assalitori e dal tiro dei cannoni che il Generale aveva fatto piazzare in buon posto, i miei, incoraggiati dagli ufficiali primi ad esporsi, si slanciano contro i papalini e sotto gli occhi di Garibaldi, di Fabrizi, di Menotti, di Ricciotti, di Canzio, di Mario e di altri bravi giunti sul posto in quel punto, mettono in fuga, incalzandoli colla punta della baionetta, gli assalitori.
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