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      Dippoi si fece la consegna delle armi da parte dei soldati volontari alle truppe italiane.
      Quando i compagni presero congedo dal generale che saliva sul treno per Firenze tutti erano commossi; Elia gli disse: - "Non tarderà altra occasione - ricordatevi di me generale!". Ed Egli tenendogli la mano fra le sue, rispondeva: - "Mi ricorderò di voi, come della mia sciabola".
     
      Mentana può considerarsi come uno di quei casi fatali, che affrettano i destini di una Nazione; come un olocausto inevitabile, necessario! Questo glorioso combattimento, anche una volta dimostrò che gl'italiani si battevano: 4000 garibaldini, male armati, quasi senza munizioni, affamati tennero gagliardamente testa a 5000 papalini ed a 4000 francesi, armati di Chassepot, tenendoli a rispettosa distanza per mezza giornata e facendo pagar cara la loro vittoria.
     
     
     
     
      CAPITOLO XXVI.
     
      Il 1870 - Digione - Entrata in Roma.
     
      Sul principio del 1870, scoppiavano una dietro l'altra, le notizie dell'anno terribile; l'antico duello tra Francia e Germania ripreso; il primo esercito francese distrutto a Worth e a Gravelotte; il secondo annientato a Sedan; l'imperatore stesso fatto prigioniero; l'impero caduto e in Francia la repubblica proclamata; gli eserciti di Germania sotto le mura di Parigi.
      La Francia, troppo grande per darsi vinta, faceva sforzi eroici per rialzarsi.
      Mentre il governo italiano spinto dall'unanime sentimento del partito liberale si apprestava alla conquista di Roma, Garibaldi offriva la sua spada alla repubblica francese.


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Ricordi di un garibaldino dal 1847-48 al 1900
di Augusto Elia
Tipogr. del Genio Civile
1904 pagine 508

   





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