A Tours perdetti vari giorni per l'indecisione del governo, e mi trovai sul punto di dovermene tornare a casa, perchè compresi che ero poco gradito; l'incarico che si voleva darmi, quello di organizzare alcune centinaia di volontari italiani che si trovano a Chambery ed a Marsiglia, lo dimostrava.
Dopo controversie coi signori del governo, mi recai a Dôle per raccogliervi quegli elementi d'ogni nazionalità che dovevano servire di nucleo al futuro esercito dei Vosges.
I Prussiani marciavano su Parigi dopo Sédan, e naturalmente sul loro fianco sinistro, ove s'addensavano le nuovo reclute della Francia, essi dovevano tenere dei fiancheggiatori, e questi più volte comparvero sino nei dintorni di Dôle, ove tenevo pochi uomini in via d'organizzazione, poco equipaggiati, e, quel che è peggio, per molto tempo male armati; il nostro contegno, comunque, fu energico, prendendo posizione a Mont Rolland prima, e poi nella Foret de la Serre, dimodochè Dôle rimase inviolata per tutto il tempo che noi vi soggiornammo.
Da Dôle ebbi ordine in novembre di portarmi colla mia gente nel Morvan, minacciato dal nemico, assieme all'importante stabilimento metallurgico del Creuzot.
Io scelsi Auton per porvi il mio quartier generale; l'arrivo degli Italiani di Janara e di Ravelli, di alcuni Spagnoli, Greci, Polacchi, e di alcuni battaglioni di mobili cominciò a rialzare l'effettivo del nostro piccolo esercito, perchè avemmo alcuni pezzi da montagna, due batterie di campagna e alcune guide a cavallo; la maggior parte d'italiani.
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