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      La prima, perchè nel giorno anteriore, verso Fleury in conseguenza di quel combattimento, erasi ritirata su Pont de Pany. La seconda era in marcia ed arrivò il 27 a Lantenay.
      Il reggimento Ravelli della terza brigata, composto d'italiani, era pure assente, trovandosi verso l'Ouche.
      Occupato Paque dal nemico, io feci avanzare due pezzi della nostra artiglieria sostenuti da alcune linee di tiratori, che cacciarono con pochi tiri il nemico dal villaggio.
      Mentre ciò succedeva, i Prussiani avevano fatto gran mostra delle loro forze schierandole sulle dominanti alture di Prenois. Mentre il loro battaglione si ritirava con precipitazione da Paques, appena sostenuti da alcuni pezzi, non fecero avanzare la superba linea che stava in riserva -
      Dunque essi non sono in gran forza!" ecco il ragionamento che io mi feci subito - "Non vengono? ebbene andiamo noi a trovarli". - Mi decisi quindi di attaccarli, e marciammo risolutamente contro il nemico, colla stessa ordinanza di battaglia con cui lo avevamo aspettato nelle posizioni nostre.
      I nostri franchi tiratori di destra caricarono la sinistra nemica bravamente, minacciando di avvolgerla. La terza brigata avanzava in ordine perfetto, colle sue linee di bersaglieri al fronte, seguita da colonne di battaglioni così serrate da destare invidia ai soldati i più agguerriti.
      Io andavo superbo di comandare tale gente contemplando la bell'ordinanza su di un campo di battaglia vero, e tanta intrepidezza da parte dei miei giovani fratelli d'armi.
      Le artiglierie nemiche collocate sulle alture di Prenois, fulminavano le nostre linee, come sanno fare i pezzi prussiani; eppure non si scorgeva nei centri la minima esitazione; nessuna ondulazione nelle linee, ammirabile il loro contegno; l'energia, la fermezza e la fredda bravura delle truppe repubblicane, scossero l'impassibile intrepidezza dei vincitori di Sédan; e quando essi videro che non si temevano le loro granate, ma si avanzava coraggiosamente e celeramente alla carica, cominciarono la loro ritirata su Dijon.


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Ricordi di un garibaldino dal 1847-48 al 1900
di Augusto Elia
Tipogr. del Genio Civile
1904 pagine 508

   





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