Due sole nostre compagnie che avevano(146) fiancheggiato il villaggio sulla destra in sostegno della nostra cavalleria, caricarono insieme un battaglione di riserva prussiana, che con due pezzi d'artiglieria era rimasto indietro, per proteggere la ritirata, cagionandogli forti perdite. Si distinsero in quella carica il colonnello Canzio ed il comandante Boudet, che entrambi ebbero morti i cavalli.
Lo spirito dei miei militi era stupendo; eravamo stati sì felici nella giornata che io presi la risoluzione di tentare un colpo disperato, che riuscendo avrebbe potuto rialzare le sorti della sventurata repubblica e forse obbligare il nemico ad abbandonare l'assedio di Parigi, vedendosi minacciato sulle principali sue linee di comunicazione. Ma quali mezzi aveva posti in mia mano il governo della difesa? Io rabbrividisco pensandovi! Era troppo presumere, sperando una vittoria! Però in una notte piovosa della fine di novembre pensai di fare un tentativo, confidando che in caso di non riuscita avremmo avuto tempo sufficiente per ritirarci: decisi l'attacco. L'inaspettata aggressione produsse in Dijon una qualche confusione; ma, sia detto in onore della Germania, i numerosi corpi ivi stanziati, scaglionaronsi prontamente nelle forti posizioni di Talant(147), Fontaine, Hauteville, Daix e ci ricevettero con una grandine tale di fucilate, come non vidi mai l'eguale.
I miei giovani militi tennero testa e compirono quanto si poteva compiere in tale circostanza. I posti esterni dei prussiani furono assaliti uno dopo l'altro, conquistati e distrutti malgrado una fiera difesa.
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