- Il governo di S. M. non può aspettare a risolversi, avvenimenti che conducano all'effusione del sangue tra i romani e le forze straniere. - Noi occuperemo pertanto(153), allorquando le nostre informazioni lo dimostrino opportuno, i punti necessari per la sicurezza comune, lasciando alle popolazioni la cura della loro propria amministrazione
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Fu quindi ordinato che fossero pronte le truppe destinate all'occupazione di Roma, sotto il comando del generale Cadorna.
Dato l'ordine, le truppe italiane dopo di avere occupato Viterbo, Civita-Castellana, Frosinone, Civitavecchia e le terre dell'Agro, il giorno 17 settembre il 4° corpo d'armata si mosse su Roma; da altre parti muovevano le divisioni Bixio e Angioletti, e tutte queste truppe furono disposte intorno alla città in modo da accerchiarla.
Nella mattina del 20 settembre fu ordinato l'attacco. La Porta Pia veniva sfondata a colpi di artiglieria, e accanto ad essa, aperta una breccia nella cinta delle mura. Ottenuto questo risultato, fu ordinata la sospensione dei fuochi d'artiglieria e le truppe furono mandate all'assalto. I battaglioni dei bersaglieri e di fanteria si avventano a passo di carica sulla barricata della porta e dentro l'apertura della breccia, non arrestati dalla mitraglia e dal fuoco di fucileria dei mercenari pontifici che facevasi sempre più vivo ed intenso. Mentre questo avveniva a Porta Pia, il generale Bixio, dopo essersi impadronito di villa Panfili e del Casino dei quattro venti, aveva affrontato e sperso il nemico a Porta S>. Pancrazio.
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