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      Il giorno 3 ricevette al Quirinale il presidente del Consiglio dei Ministri per la firma dei decreti.
      - "Vede, Depretis", gli disse: "contrariamente alle mie abitudini ho fatto accendere il fuoco, perchè sento un grande freddo - . La scorsa notte l'ho passata male".
      - "Bisogna curarsi, Maestà!
      - "Mi curo; mi astengo dall'andare a caccia; del resto se di notte non mi sento bene, di giorno la va meglio".
      Ciò detto si diede a firmare.
      Aveva letto un decreto che collocava in aspettativa per motivi di salute un impiegato. Rivolto a Depretis, gli disse sorridente:
      - "Anche io avrei bisogno di un po' d'aspettativa per l'eguale ragione.
      - "Maestà - gli rispose il Ministro alquanto turbato, ma seguendo lo scherzo del Sovrano - per i Re i motivi di salute non sono sufficienti per avere l'aspettativa".
      Il Re tacque e continuò a firmare.
      Il 4 di mattino, il Re aveva dato le disposizioni di partenza per Torino, ma la debolezza lo costrinse a cedere al male e a rimettersi a letto; fece chiamare il medico. Il Saglione, comprese subito che la cosa era grave, ma non diede a capir nulla al Re; soltanto domandò ed ottenne che fosse consultato un altro medico. Si telegrafò al Professore Bruno in Torino e fu chiamato l'on. Baccelli.
      La mattina del 5 vi fu aumento di febbre prodotto dalla polmonite. Al tocco, arrivato il Dottore Bruno, si tenne consulto. I tre dottori si trovarono d'accordo nella diagnosi della malattia ed ordinarono una dose di chinino come disinfettante e una buona emissione di sangue, mediante salasso.


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Ricordi di un garibaldino dal 1847-48 al 1900
di Augusto Elia
Tipogr. del Genio Civile
1904 pagine 508

   





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