Il principe che era inginocchiato accanto al letto, assieme alla principessa Margherita piangente, giurava al padre suo che non avrebbe dimenticati i suoi ultimi comandi e i suoi doveri.
Verso le 11 Vittorio Emanuele - il Grande Re - il Padre della Patria - entrava in agonia, che durò pochi minuti. Quando il prof. Bruno disse: "Il primo Re d'Italia è morto" fu uno scoppio unanime di pianto.
E così il dì 9 gennaio 1878 in Roma, nel palazzo del Quirinale cessava di vivere, dopo breve malattia, il Gran Re a cui l'Italia deve la sua unità, la sua indipendenza.
La morte di Lui fu cagione di lutto per la intera nazione e del più vivo dolore per ogni buon italiano.
I suoi funerali furono imponenti - Tutta Italia fu largamente rappresentata; e sulla sua tomba al Pantheon, asilo supremo della sua pace immortale, si scrissero le parole - vere - eloquenti - nella loro brevità:
A VITTORIO EMANUELE IIPADRE DELLA PATRIA
E il Pantheon rimarrà sempre luogo di pellegrinaggio per i veri e sinceri patriotti.
Vittorio Emanuele fu fedele mantenitore delle franchigie concesse al popolo da Carlo Alberto; e mai s'oppose ai progressi richiesti dai nuovi tempi di civiltà e dal bene del paese; supremo fine dei suoi desideri. Nella storia del regno di Vittorio Emanuele si racchiude la storia d'Italia di trent'anni; giacchè alla grand'opera della redenzione egli si era accinto fin dai primordi del suo regnare e mai si arrestò, mantenendo le libertà giurate, ricevendo nel piccolo Piemonte gli esuli d'ogni parte d'Italia, resistendo alle minaccie ed alle prepotenze straniere e, giunto il momento desiderato, sguainando la spada per l'indipendenza ed unità della patria.
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