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      Egli ebbe un esatto concetto della situazione e previde le gravi difficoltà che sarebbero sorte per il fatto dell'abbandonata politica Tigrina per quella Scioana. Fu lui che iniziò l'organizzazione delle truppe indigene che fecero tanta buona prova sotto gli ordini di Arimondi ad Agordat ed a Coatit. E fu sotto Baldissera che la colonia da Massaua a Saati e Ua-à si estese senza difficoltà e senza spese sull'altipiano.
      Affabile con tutti, sopratutto coi suoi ufficiali, non transigeva mai quando si trattava di un dovere da compiere. In servizio, quando aveva dato un ordine, un comando, voleva essere rapidamente obbedito.
      Il giorno della occupazione di Saati il comando superiore aspettava di essere assalito dagli Abissini. Furono dati gli ordini per l'attacco. Il generale Baldissera, fedele agli ordini del comando, fece occupare le posizioni più avanzate; diede tutte le disposizioni per una energica azione. Ad un maggiore dei Bersaglieri destinato ad occupare una posizione importante disse colla sua voce sempre calma - soltanto queste parole: "Se fosse attaccato... Lei maggiore muore qua... Ha capito? siamo intesi! O la croce di legno... o la croce di Savoia..." e via di galoppo.
      Baldissera - fiero soldato, intelligentissimo ufficiale - fu lui che fece sventolare la bandiera italiana all'Asmara e a Cheren, e fu peccato che egli pure fosse sacrificato alla politica Scioana e per questo fosse obbligato a chiedere il rimpatrio.
      Il generale Baldissera veniva rimpiazzato dal generale Orero.


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Ricordi di un garibaldino dal 1847-48 al 1900
di Augusto Elia
Tipogr. del Genio Civile
1904 pagine 508

   





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