Operazioni tutte condotte a compimento con militare energia e con sommo accorgimento da meritare il plauso del paese.
CAPITOLO XXXI.
Volontari italiani in Grecia.
Nel 1897 - un grido di entusiasmo echeggiava da un capo all'altro d'Italia per la causa ellenica - il filellenismo fu sempre fra noi una delle corde che più vibrarono nel cuore di quanti sentivano amore di patria e di libertà - e tutte le volte che la Grecia tentò di sottrarre dall'onta del governo turco le belle terre che le appartengono, l'Italia non vi rimase insensibile e mandò i migliori suoi figli a combattere per la sua redenzione.
Sarebbe troppo lungo il ricordare i patriotti che le diedero la vita in tempi ormai lontani ma pur non dimenticati; basterebbe ricordare il Santorre Santarosa - nel 1821 - il Basetti - il Tarella - il Mamiot - il Tirelli - il Briffori - il Tarsio - il Viviani - il Torricelli - il Prenario - il Miovitowich - il Dania - il Rattelani - che diedero la vita per la Grecia nel 1822 - e l'Andrea Broglio marchigiano che lasciava la vita ad Anatolica nel 1828 - come molti greci lasciarono la loro vita per la causa italiana; accenneremo ai più recenti, e diremo che insorta l'isola di Creta dopo la campagna del 1866, ben duemila e più volontari e non meno di ottanta ufficiali corsero a dare agli insorti il loro aiuto. I primi, sbarcati a Sira furono posti sotto gli ordini di Zambra-Kakis, Bisanzios, e Coracas, gli altri sotto il comando(189) del maggiore Mereu, e tutti diretti all'isola di Creta ove si combatteva per la propria indipendenza.
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