Garibaldi alzava anche esso la sua voce in favore dell'Erzegovina col seguente proclama:
A Liubibratic ed ai suoi gloriosi compagni!
Miei cari amici,
Voi vi siete assunti una difficile missione, ma bella, superba, santa; quella dell'emancipazione degli Slavi dalla più atroce delle tirannidi.
Io vi invidio e giammai tanto mi pesarono gli anni come oggi, che non posso dividere con voi glorie e perigli.
Già m'indirizzai a tutte le popolazioni che languono sotto il giogo ottomano e non dispero di vedere raggiungere la vostra bandiera dai prodi che contano nella loro storia i Leonidas, gli Spartachi e gli Scanderberg.
Il vostro divisamento di sostenere la guerra di partigiani durante l'inverno, lo credo il migliore; l'avvenire è vostro. Qualunque uomo che non sia un perverso farà sua la causa vostra e come noi palpiterà di gioia al vostro glorioso trionfo
.
Roma, 29 ottobre 1875.
VostroG. Garibaldi.
Al patriota esule triestino, presidente del Comitato per gl'insorti erzegovini, scriveva così:
Mio caro Popovich,
Ove rimanesse un insorto solo nell'Erzegovina, bisogna aiutarlo.
Io spero che Liubibratic e compagni si sosteranno sino alla primavera. Intanto bisogna lavorare per loro a tutta forza.
Dite ai valorosi del Montenegro che il mondo ammira il loro eroismo, e salutateli caramente per me
.
Roma, 31 ottobre 1875.
Sempre vostroG. Garibaldi
E quando ebbe per telegramma i particolaridella battaglia di Piva nella quale i Turchi toccarono
una solenne sconfitta, così gli scriveva:
Caro Popovich,
I liberi d'ogni paese europeo esultano per la splendida vittoria degli eroici figli dell'Erzegovina orientale
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