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Roma, 5 novembre 1875.
G. Garibaldi.
Non è quindi da meravigliarsi se all'annunzio dell'insurrezione di Creta nel 1897 e dell'attitudine del governo Ellenico di sostenerla anche a mano armata contro il Turco, in Italia vecchi patrioti e giovani di cuore ardente, sentirono il sacrosanto dovere di continuare la gloriosa tradizione della camicia rossa, quale simbolo di libertà per gli oppressi.
Per opera dell'insigne patriota Ettore Ferrari, coadiuvato dal colonnello Gattorno, si formò un corpo di garibaldini. Ma in parte per le difficoltà frapposte dal Governo Italiano, che per riguardo ai trattati internazionali doveva ostacolare l'imbarco dei volontari, ma ancor più per le incertezze dello stesso governo di Grecia, il numero degli accorsi fu assai limitato. E per provare che tali incertezze riuscirono dannose alla causa ellenica, basti il dire, che avendo il generale Menotti Garibaldi (col quale sarebbero andati i colonnelli Pais, Cariolato, Elia, Bedischini e tanti e tanti che lo avrebbero seguito da formarne una divisione) telegrafato al fratello Ricciotti se doveva partire, riceveva risposta, che gli diceva inutile la partenza, giacchè riteneva, dal modo come si mettevano le cose, che forse egli stesso sarebbe stato costretto a fare ritorno in Italia.
Per tutte queste contrarietà si potè solo formare intanto un 1° battaglione di duecento cinquanta uomini, che comandati dal Mereu, furono i primi a partire per la Grecia. Del grosso del corpo di ottocento uomini, formatosi poi, il generale Ricciotti Garibaldi comandante di tutta la Legione, ne formava altri due battaglioni il 2° e il 3°.
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