L'intiero mondo civile ha udito con indignazione la tragica fine del compianto mio genitore.
Il dolore della Nazione si è certamente ripercosso nei vostri cuori di buoni e fedeli soldati. In questo momento il mio pensiero si rivolge fidente a voi tutti, certo che riporterete su di me l'affetto col quale circondavate il Re Umberto, affetto che, seguendo l'esempio paterno, con cuore di soldato, io vi ricambio.
E con voi il mio pensiero si rivolge ai vostri compagni, che in Creta, nell'Eritrea ed in Cina mostrando le tradizionali qualità di soldati italiani, tengono alta la gloriosa bandiera nazionale simbolo della grandezza e dell'unità della nostra patria
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Da Monza 1° agosto 1900.
Vittorio Emanuele III.
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Ecco come si commemorava alla Camera la morte di S. M. Umberto I Re d'Italia.
Il giorno 6 agosto il presidente onorevole Villa - dava partecipazione alla Camera dell'esecrando delitto colle seguenti parole che tutti i deputati profondamente commossi ascoltavano in piedi:
Onorevoli colleghi! Umberto I, l'amato nostro Re, non è più! La mano sacrilega di un assassino si è levata su lui e là in Monza, in mezzo al popolo che lo salutava plaudente con le più schiette manifestazioni della gratitudine e dell'affetto, ne spezzava freddamente il cuore.
Non la mia povera parola varrebbe oggi a dirvi della immane sventura che ci ha colpiti; non io saprei degnamente evocare dinanzi agli occhi del cuore, impietrito dal dolore, l'immagine del Re barbaramente assassinato; non io potrei dirvi di questo gran martire della carità, che l'odio settario ha, nel suo insaziabile istinto di rovine e di sangue vigliaccamente sacrificato.
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