Un ordine del generale Garibaldi mi impone di seguirlo col corpo medico dell'ambulanza.
Dei feriti che trovansi qui in Vita, i più leggermente offesi, saranno entro oggi trasportati in Calatafimi, in quello Ospedale.
La cura dei gravi, che resteranno nel convento di S. Francesco, dovendo essere affidata a uomini esperti nell'arte, io la invito, dietro comando del Generale a volere compiacersi di assumerla Ella; la quale eventualità, le aprirà la via a far risaltare maggiormente il di Lei valore come chirurgo.
Ella entra quindi in carica officiale fin da questo giorno e veste l'autorità mia in Vita, che non ha limiti per tutto ciò che riguarda i bisogni, i vantaggi, i comodi dei feriti, ed anche il loro vivere lauto, se avviati a convalescenza, o recati a guarigione.
Ho l'onore di rassegnarmele con distinta stima
Collega Dott. PIETRO RIPÀRICapo medico dell'ambulanza generale pei Cacciatori
delle Alpi in Sicilia.
Di Lei stimatissimo sig. Dottore e Professore in chirurgia.
Vita, 17 maggio 1860
16 settembre 1860 - Visto per la firma del Dott. Ripàri - Il Direttore dell'Ospedale Garibaldi - GR. UGDULENA - Palermo.
Sig. Dottore stimatissimo,
Nella di Lei lettera del 24, ricevuta oggi, da due Signori di squisiti modi e di piacevole conversare, sento da questa, che i pochi feriti rimasti alla di Lei cura, versano in condizioni di buona, e tra breve di perfetta salute, e ne godo insieme con Lei.
Mi conforta pure il sentire che buon'aria, pulitezza ed altri conforti presta loro Salemi, ai quali vantaggi aggiungendo il di Lei noto valore dell'arte, mi rende certo della salvezza di tutti.
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