E Marx aveva ragione. I lavoratori lasciati dall'Internazionale al suo scioglimento nel 1874 erano uomini alquanto differenti da quelli che essa aveva trovato nel 1864. Il proudhonismo in Francia, il lassallismo in Germania stavano scomparendo, e persino le conservatrici Trade Unions inglesi, sebbene molte di loro avessero da tempo troncato la loro relazione con l'Internazionale, stavano avanzando gradualmente verso il punto in cui, lo scorso anno a Swansea, il loro presidente poteva affermare nel loro nome "Il socialismo continentale non è più uno spauracchio per noi". In effetti i princìpi del Manifesto avevano registrato considerevoli progressi tra i lavoratori di tutti i paesi.
Lo stesso Manifesto tornò alla ribalta. Dal 1850 il testo tedesco è stato ristampato parecchie volte in Svizzera, Inghilterra e America. Nel 1872 è stato tradotto in inglese a New York e pubblicato sul "Woodhull and Claflin's Weekly". Da questa versione inglese ne è stata tratta una francese sul "Le Socialiste" di New York. Da allora almeno due altre traduzioni inglesi, più o meno mutilate, sono state date alle stampe in America, e una di esse è stata ristampata in Inghilterra. La prima traduzione russa, eseguita da Bakunin10, è stata pubblicata nella tipografia del "Kolokol"11 di Herzen a Ginevra intorno al 1863; una seconda, ad opera dell'eroica Vera Zasuli(12, ancora a Ginevra, nel 1882. Una nuova edizione danese si trova sulla "Socialdemokratisk Bibliothek", Copenhagen 1885; una nuova traduzione francese sul "Le Socialiste", Parigi 1885. Da quest'ultima è stata preparata una versione spagnola, pubblicata a Madrid nel 1886. Non si possono contare le ristampe tedesche: ce ne sono state almeno dodici.
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