Grazie all'impulso che il regime borghese ha dato in tutti i paesi alla grande industria, in questi ultimi 45 anni esso ha creato dovunque un proletariato numeroso, coeso e forte; in tal modo il regime borghese, per usare un'espressione del Manifesto, ha prodotto i suoi stessi becchini. Senza la ricostituzione dell'indipendenza e dell'unità di ogni nazione non si sarebbe potuta compiere né l'unificazione internazionale del proletariato né la pacifica, intelligente collaborazione di queste nazioni per raggiungere obiettivi comuni. Si provi solo a immaginare una comune iniziativa internazionale dei lavoratori italiani, ungheresi, tedeschi, polacchi, russi nelle condizioni politiche di prima del 1848!
Sicché le battaglie del 1848 non furono inutili; e anche i 45 anni che ci separano da quella tappa rivoluzionaria non sono trascorsi vanamente. I frutti maturano, e tutto ciò che mi auguro è che la pubblicazione di questa traduzione italiana sia un buon viatico per la vittoria del proletariato italiano, così come la pubblicazione dell'originale lo è stata per la rivoluzione internazionale.
Il Manifesto riconosce appieno il ruolo rivoluzionario giocato nel passato dal capitalismo. La prima nazione capitalistica è stata l'Italia. La conclusione del Medioevo feudale e l'inizio della moderna era capitalistica sono segnate da una figura grandiosa : è un italiano, Dante, l'ultimo poeta medievale e insieme il primo poeta della modernità. Come nel 1300, una nuova era è oggi in marcia. Sarà l'Italia a darci un nuovo Dante, che annuncerà la nascita di questa nuova era, l'era proletaria?
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