45 François-Marie-Charles Fourier (1772-1837), nato a Besançon, è passato alla storia come un "socialista utopistico" di profonda e duratura influenza. Allo stesso modo di Adam Smith, Fourier si accorse subito degli aspetti disumani del nuovo lavoro industriale; tuttavia, diversamente da lui, non li considerò inevitabili, ma superabili mediante una migliore organizzazione del luogo di lavoro e del lavoro stesso. Immaginò così delle unità di lavoro, o "falangi", intese a svolgere la loro attività in speciali luoghi di produzione che battezzò col nome di "falansteri". Come Rousseau, Fourier fece sua la credenza nella bontà naturale dell'uomo e nel potere corruttore della società moderna, anche se, diversamente da lui, non propose come rimedio ai mali dell'epoca il ritorno allo stato di natura, bensì l'accettazione delle conquiste tecnologiche dell'industrialismo, adeguatamente riorganizzate per quanto riguarda la loro cornice sociale di sviluppo. A proposito della riorganizzazione sociale da lui proposta, risalta l'idea della possibilità - per lui effettiva - dell'armonia, dell'eliminazione della feroce concorrenza industriale, creatrice di operai schiavi del capitalismo. Fourier propugnò il garantismo - il sistema di servizi pubblici volti a sostenere l'operaio in caso di necessità -, il diritto al lavoro e il cooperativismo. In Messico e negli Stati Uniti venne fondato un discreto numero di falansteri, e la sua opera del 1829 Nouveau monde industriel et sociétaire fu molto letta.
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