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      E quale nume i Romani venerarono più di Flora, madre di tutti i piaceri? Se poi si andasse ad esaminare un po' meglio, attraverso Omero e gli altri poeti, la vita anche degli Dèi ritenuti più austeri, si scoprirebbe che tutto è pieno di follie. E perché poi ricordare le imprese degli altri, quando si conoscono così bene gli amori e i sollazzi dello stesso Giove tonante? Quando la fiera Diana, dimentica del sesso nella sua esclusiva passione per la caccia, muore tuttavia d'amore per Endimione?
     
      Preferirei però che gli Dèi se le sentissero cantare da Momo, come una volta accadeva piuttosto spesso. Ma ora lo hanno scaraventato sulla terra con Ate perché le sue sagge critiche disturbavano la loro felicità. né alcun mortale si degna di offrirgli ospitalità; tanto meno poi c'è posto per lui alle corti dei prìncipi, dove però è sempre ospite d'onore la mia Colacìa, che va d'accordo con Momo come l'agnello coi lupi.
     
      Allontanato lui, gli Dèi folleggiano molto più liberamente e gradevolmente, e se la passano bene davvero, come dice Omero, senza che nessuno li critichi. Quali scherzi scurrili, infatti, non alimenta il Priapo di legno di fico? quali divertimenti non procura Mercurio con i suoi furti ed i suoi trucchi? Perfino Vulcano, al banchetto degli Dèi, si è abituato alla parte del buffone, facendo ridere il simposio ora con la sua andatura zoppicante, ora con i suoi frizzi, ora con le sue facezie. Anche Sileno, il vecchio mandrillo, uso a danzare il cordace, balla con Polifemo la TRETANELO' [il ballo dei Ciclopi], mentre le Ninfe danzano a piedi nudi.


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Elogio della Follia
di Erasmo da Rotterdam (Erasmus Roterodamus)
pagine 124

   





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