E cosa c'è di più divertente del loro fare tutto secondo una regola, quasi in base a un calcolo matematico che sarebbe delittuoso violare? Quanti nodi deve avere il sandalo; di che colore deve essere il cordone; quale il modello della veste; di cosa deve essere fatta, e di quale larghezza la cintura; di che tipo e di che capacità il cappuccio; quale la precisa misura della chierica; quante ore vanno concesse al sonno? Eppure, quanta diversità, chi non lo vede, in questa uguaglianza imposta a corpi e temperamenti così vari! Tuttavia, per queste sciocchezzuole, non solo si considerano superiori agli altri, ma anche fra di loro si disprezzano a vicenda e, pur professando la carità apostolica, fanno un'autentica tragedia di una cintura diversa o di un colore un po' più scuro. Ne potresti vedere di così rigidamente attaccati alla regola da portare esclusivamente vesti di lana di Cilicia, e biancheria di lino di Mileto; altri, al contrario, portano vesti di lino e biancheria di lana. C'è chi, odiando toccare il danaro come fosse veleno, non si astiene comunque né dal vino né dalle donne. Infine, mirabile in tutti, la cura di non avere nulla in comune quanto a regola di vita, e questo, non nell'intento di guardare a Cristo, ma per distinguersi tra di loro.
Buona parte della loro soddisfazione deriva dai nomi: gli uni si compiacciono del nome di Cordiglieri, distinti in Coletani, Minori, Minimi, Bollisti; altri godono del nome di Benedettini, o di Bernardini; questi di Brigidensi, quelli di Agostiniani; gli uni tengono alla denominazione di Guglielmiti, altri di Giacobiti, come se chiamarsi Cristiani fosse troppo poco.
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